L'atleta di un certo livello sa bene che, se vorrà ottenere risultati importanti o quantomeno soddisfacenti, non dovrà tralasciare la preparazione invernale.
L'inverno "atletico" è caratterizzato da sedute di training in palestra, con l'obiettivo di incrementare la forza e la condizione atletica generale, ma anche da sessioni di allenamento outdoor.
Scopriamo insieme come ottimizzare la preparazione invernale.
Freddo: mettere a punto la carburazione
Molti di voi si saranno accorti che quando arrivano i primi freddi il nostro organismo sembra faticare a seguire i nostri propositi nelle sessioni outdoor.
Quando il nostro corpo è esposto ai primi freddi più intensi è come se dovesse adattare la propria "carburazione". Il risultato finale è che ci si stanca più rapidamente e in alcuni casi si rende anche meno.
Cosa succede?
In pratica, il freddo incrementa l'utilizzo dei carboidrati da parte del nostro organismo, cioè va ad incidere significativamente sul metabolismo del glicogeno muscolare. Per questo motivo, i depositi di glicogeno nel muscolo diminuiscono e vi è un'insorgenza precoce del senso di fatica.
Qual è il motivo?
La risposta è complessa, ma possiamo semplificarla analizzando tre aspetti fondamentali:
1. I primi freddi causano un riassestamento dello status ormonale e ciò comporta un incremento della glicogenolisi muscolare.
2. I nostri muscoli, quando sono esposti al freddo, vanno incontro a una ridotta capacità ossidativa e a una minor efficienza nell'utilizzo dei lipidi di riserva: ciò comporta necessariamente un aumento dell'utilizzo delle scorte di glicogeno.
3. Infine, ma non meno importante, c'è la termogenesi, ovvero un extra-consumo calorico dovuto alla necessità del corpo di mantenere costante la propria temperatura. Quando fuori è molto freddo questo terzo fattore incide sensibilmente.
Questo quadro è già piuttosto complicato, ma esistono altri fattori che incidono sul comportamento dell'organismo di fronte ai primi freddi. Ad esempio, un equipaggiamento non idoneo aumenta la termogenesi (il dispendio energetico) e ciò contribuisce a un più rapido calo del rendimento.
L'ottimizzazione della dieta
Anche lo stato nutrizionale dell'atleta deve essere ottimizzato e ovviamente sia l'alimentazione, sia l'integrazione giocano un ruolo fondamentale.
La dieta tipo dell'atleta è generalmente a prevalenza di carboidrati, perché questo è il carburante di elezione, cioè quello più utilizzato e a più elevato rendimento.
Se la dieta non segue queste indicazioni, l'esaurimento muscolare è più veloce.
Anche l'integrazione con miscele glucidiche specifiche, appositamente studiate per gli atleti, può contribuire a contrastare il calo di rendimento.
Esistono preparati specifici da assumere prima dell'allenamento o della gara, che permettono di ottimizzare lo stato nutrizionale e favorire un miglior rendimento dell'organismo, sempre in relazione alla condizione atletica personale.
Inoltre, un' assunzione frazionata nel tempo di bevande tecniche reidratanti ed energetiche, possibilmente ipotoniche, permette di contrastare l'insorgenza del calo di rendimento durante l'allenamento. Per massimizzare l'utilizzo di questi preparati, è opportuno assumerne in poca quantità ma in maniera costante, per ottimizzarne l'assimilazione.
In conclusione, il nostro organismo è un "motore" molto sofisticato e capace di utilizzare "carburanti" differenti, ma ricordate che il rendimento generale dipende da molti fattori e se si sbaglia la gestione di anche uno solo di essi, è facile incorrere in cali di prestazione.
a cura di Dr. Franco Donati - Ricerca e Sviluppo EthicSport - Integrazione Professionale per lo Sport (www.ethicsport.it)